"Brucchi e la giunta devono dimettersi"

TERAMO – Una lettera di accusa contro il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi e la giunta, arriva dal circolo del PD di San Nicolò, dove i disagi persistono e le richieste per le scuole vengono ignorate. E nella lettera di protesta c’è la richiesta di dimissioni per Brucchi e i suoi assessori. “Umiliante, deve essere proprio umiliante per Lei Sindaco Brucchi sentirsi dire dai suoi concittadini di voler appartenere ad un comune diverso da quello Teramano, di ripudiare Lei ed i suoi assessori.I cittadini di Villa Tofo, dopo gli eventi di questi giorni, sono giustamente insorti verso un atteggiamento indegno ed indecoroso di un Primo cittadino, che invece di essere di conforto,di dare solidarietà ma soprattutto di essere presente e vicino ai suoi concittadini si è limitato a scrivere qualche post su Facebook. Un atteggiamento inaccettabile mentre le famiglie di intere frazioni con bambini ed anziani erano al buio, al freddo, senza un minimo di aiuto o di informazione, il sindaco si limitava a scrivere “post”, nella convinzione che computer e cellulari senza fornitura di energia elettrica funzionassero. E nessuna risposta è stata fornita alle denunce di alcune mamme di San Nicolò che, stanche dell’ inesistente manutenzione della scuola dell’infanzia Serroni, richiamano all’ordine gli assessori di riferimento, Di Giovangiacomo e Di Stefano . Viene chiesto agli assessori un intervento di ordinaria manutenzione che di fatto manca da tempo ormai, pulire le grate situate all’ingresso della scuola affinchè la zona antistante all’edificio non si riempia d’acqua ad ogni minimo fenomeno di pioggia. La frazione di San Nicolò viene descritta dalle mamme come frazione lasciata a se stessa ,abbandonata, senza alcuna cura delle cose e soprattutto delle persone. E’ inaccettabile dover leggere in occhi materni quel velo di tristezza dovuta all’incuria e all’indifferenza nei confronti dei propri figli e delle proprie famiglie. Caro Sig. Sindaco Brucchi il Partito Democratico di San Nicolò la vuole richiamare all’umiltà, quell’umiltà che dovrebbe indurla ad ammettere il suo inesorabile fallimento e conseguentemente a rassegnare, insieme ai suoi nove assessori, le inevitabili dimissioni”.